Ufficio G.I.P. Dott. __________
Istanza di dissequestro di imbarcazione
Il sottoscritto, difensore di fiducia di __________ indagato nel proc. N. __________ R.G.N.R. e __________ G.I.P. chiede il dissequestro della imbarcazione __________ matricola __________ sequestrata il giorno __________ per i seguenti motivi:
Al su nominato indagato veniva contestato il reato di cui agli art.li 216, 292 T.U. Leggi Doganali art. 723 punto 1,4,5 e 6 in quanto si presumerebbero superati i termini di permanenza prefissati dalla legge dell’imbarcazione __________ nelle acque territoriali Italiane.
Il Comando Tenenza della G.di F. e la Sezione Doganale di __________ Porto, sostengono che la imbarcazione sia rimasta nelle acque territoriali italiane per più di sei mesi integrando così il reato contestato.
Tale assunto non solo è infondato, ma non è supportato da alcun documento che confermi l’ipotesi descritta dagli operanti.
Nel processo verbale di accertamento gli operanti riferiscono essere errata la data di presentazione del costituto in arrivo, in quanto secondo loro la data del __________ non può corrispondere, in quanto il comando della loro tenenza aveva effettuato in data __________ alle ore 11:00 una visita fuori dagli spazi doganali nei confronti della stessa imbarcazione.
A parte inconsistenza della dichiarazione non si capisce quali attività abbiano svolto fuori dagli spazi doganali e quale documentazione possa accertare tale attività e che cosa intendono dire quanto la data di presentazione del costituto è errata, dal momento che la data del costituto viene posta dalla Sezione doganale del porto di arrivo.
Tra l’altro gli operanti non forniscono alcun elemento documentale ed oggettivo per confermare le loro supposizione e per giunta dagli atti del fascicolo del P.M. non risultano elementi per confermare l’ipotesi delittuoso contestata.
Anzi esistono prove contrarie, e cioè prove certe che la imbarcazione in questione non è stata in permanenza nelle acque territoriali per un periodo superiore a quello stabilito dalla legge in materia.
Nello specifico rileviamo che:
I primi dell’anno __________ l’imbarcazione __________, era giunta nel porto di __________ proveniente dalla __________;
Dal mese di novembre del ___ al mese di aprile del ___l’imbarcazione era stata ferma nel porto canale di __________ presso il cantiere __________ impossibilitata a muoversi per la rottura del ponte levatoio __________ posto proprio sul canale di __________;
Ad Aprile alla riapertura del canale l’imbarcazione è transitata fuori dal porto verso __________ per essere alata a secco per lavori di carenaggio.
Tali lavori non venivano eseguiti per troppo lavoro del cantiere ed il giorno __________ il mio assistito, ritornava sulla imbarcazione ed imbarcava ad __________ per far ritorno a __________ il giorno __________ come risulta dal costituto in arrivo del porto di __________.
Quindi è insostenibile affermare che l’imbarcazione sia stata in permanenza nelle acque territoriali nel periodo __________ __________ in quanto questo non solo non è contestato ma è smentito dalle deduzioni di cui sopra e dal fatto che un periodo di permanenza viene comunque interrotto così come previsto dalla legge in materia anche quando l’imbarcazione, viene alata a secco per lavori di rottura o manutenzione.
Il periodo in cui gli operanti riferiscono il commesso reato nella comunicazione di reato, è quello compreso dal giorno __________ al giorno __________.
In tale periodo l’imbarcazione non ha sostato permanentemente nelle acque territoriali, in quanto la stessa prima della scadenza dei sei mesi posti a limite dalla legge veniva tolta dalle acque territoriali, in quanto la ditta __________ di __________ provvedeva in data __________ all’alaggio della stessa per lavori alla carena dell’imbarcazione __________, lavori che si sono protratti per circa due mesi.
Di tale affermazione abbiamo prodotto ed esiste nel fascicolo del pubblico ministero piena prova, avendo questa difesa prontamente prodotto il documento proveniente dalla stessa ditta __________ che prova tale circostanza e pertanto essa appare incontestabile.
Non si comprende come nonostante tali riferimenti, e nonostante la stessa legge preveda la sospensione di permanenza in acque territoriali in caso di alaggio, si continui a sostenere che la stessa abbia integrato il reato di contrabbando e si continui a trattenere in sequestro una imbarcazione con gravi danni al legittimo proprietario che ha ampiamente dimostrato l’estraneità dal reato contestato, per il quale non si è riusciti documentalmente a dimostrarne l’esistenza.
Non vi sono agli atti elementi oggettivi che riconducano il reato all’indagato e non si è fornita alcuna prova oggettiva per dimostrare l’assunto ipotizzato dagli operanti.
Gli stessi fanno riferimento ad accertamenti senza darne il benché minimo riscontro e riferiscono, errata, una attestazione peraltro non fatta dall’indagato ma legittimamente attestata dagli organi che erano preposti a farlo.
Agli atti non risulta alcuna attività di indagine volta alla verifica ed alla genuinità delle dichiarazioni dell’indagato che troverebbero sicuri riscontri nei cantieri nominati.
La permanenza per tanto della imbarcazione posta sotto sequestro arreca un ingentissimo danno dal momento che il proprietario, residente fuori Italia, non può provvedervi al suo interessamento e tra l’altro il deposito del mezzo presso il cantiere predestinato, fa aumentare tale cifra a carico del proprietario che nella fase di merito potrebbe esser sicuramente assolto dal reato contestato in quanto è provato in atti che l’indagato non è incorso in alcun reato.
Del resto è stato prodotto, e ve ne è prova nel fascicolo del Pubblico Ministero, il giornale di bordo dell’imbarcazione, nel quale sono riportati i suoi spostamenti e dai quali si può evincere l’abbandono frequente dell’Italia e delle acque territoriali, fatto che dimostra come sia completamente infondato il reato ipotizzato in quanto mai nessuno ha fornito prova piena ed oggettiva del fatto che si contesta all’indagato.
Il reato contestato della permanenza in acque territoriali che non è stato sicuramente commesso dal mio assistito ha prodotto una contravvenzione amministrativa da parte della Guardia di Finanza, la quale contesta impropriamente il reato di contrabbando che poi è conseguenza della permanenza di una imbarcazione nelle acque territoriali Italiane per più di sei mesi.
Dal momento che non può essere contestato tale reato al mio assistito, e dal momento che un giudizio di merito può senza ombra di dubbio risolvere in positivo la questione, si chiede come possa essere irrogata una sanzione amministrativa, con la conseguente confisca del mezzo, senza che il reato sia stato accertato e attribuito con una sentenza definitiva di condanna in una fase di merito.
Se il mio assistito venisse assolto chi restituirà il mezzo oramai presumibilmente confiscato così come recita la Guardia di Finanza?
Apprende questa difesa dalla parte interessata che la barca sia stata messa all’asta.
Non risultando a tale difensore questo assunto, si chiede di verificare l’ipotesi descritta in quanto è inammissibile che si provveda alla vendita all’asta di una barca in quanto è illegittimo ritenere, già prima di un sentenza, che la stessa possa essere definitivamente tolta al suo legittimo proprietario e venduta.
D’altro canto il custode della barca è il legittimo proprietario, ed è assurdo pensare che lo stesso si trovi spogliato della sua costosa imbarcazione ancor prima di sapere se egli è colpevole o meno.
Si chiede di poter essere messi al corrente della situazione della imbarcazione __________ in quanto essendo sotto sequestro non si può provvedere ad alcuna vendita.
Si insiste quindi nel dissequestro dell’imbarcazione per mancanza delle esigenze poste a fondamento della misura cautelare irrogata.
__________, lì __________
Avv. ______________